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[XBOX360] Tom Clancys Ghost Recon Future Soldier [MULTI 5] by iMARS

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  1. Dadostirlo97™
     
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    Formato: ISO
    Grandezza: 7.86 GB
    Data di pubblicazione: 09-06-2012
    Release: iMARS

    Link Torrent



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    Sono passati cinque anni dall'ultimo episodio della serie Ghost Recon, ovvero Advanced Warfighter 2. Era il 2007 e la seconda iterazione di uno dei primi giochi che in questa generazione aveva mostrato, insieme a Oblivion, cosa potessero fare le nuove console, aveva convinto, ma non stravinto i favori dei fan e degli appassionati. Poi c'è stato il ciclone Call of Duty, in grado di spodestare persino Halo dal trono degli FPS più giocati su Xbox 360 e da allora il mercato è cambiato in favore di shooter frenetici, pieni d'adrenalina e di grafica mozzafiato (quando possibile). Alla luce di tutto questo, Ubisoft deve aver deciso che era il momento di scendere nuovamente in campo e di riportare in superficie un tipo di giocabilità diversa, fatta di strategia e approcci più ragionati, conditi da gadget e coordinazione tra i membri di un team disposto a tutto pur di vincere. Questo è il quadro di Ghost Recon: Future Soldier e c'è più di un motivo per essere contenti di questo ritorno.

    Ghost sono letteralmente fantasmi, soldati addestrati ad agire invisibili in qualsiasi parte del mondo per risolvere le crisi più disparate. Hanno a disposizione qualsiasi tipo di gadget, che non sono soltanto orpelli per sfoggiare effetti grafici ai massimi livelli di questa generazione di hardware, ma veri e propri espedienti per rendere il gameplay quanto più vario possibile. Le mappe attraverso cui si dipana la campagna possono essere affrontate in mille modi diversi, a seconda di come il giocatore riesce ad analizzare il quadro della situazione e questo è, senza dubbio, il pregio più importante del single player di Ghost Recon: Future Soldier. La storia, pur basandosi sulla licenza Tom Clancy, non fa certo gridare al miracolo. Una squadra di Ghost viene trucidata sulle tracce di una testata esplosiva trafugata da alcuni narcotrafficanti in sud America. Il giocatore viene messo a capo di un altro team di quattro elementi che deve capire da dove arriva l'ordigno fino a risalire alla solita macchinazione fanta politica spionistica in giro per il mondo. Già, perché le locazioni sono le più diverse, dall'Africa, al medio oriente, fino a Russia e Siberia e sono legate da una serie di intermezzi realizzati col motore di gioco, ma di qualità tutt'altro che eccelsa, anzi addirittura inferiore a quanto il team è riuscito a fare con la grafica in game. In sostanza, il gioco è di gran lunga più bello mentre si ha il pad in mano che quando la storia viene narrata con le scene renderizzate, che danno l'idea di essere state realizzate molto presto nell'arco dei tre anni di sviluppo, senza essere adeguate a quanto ottenuto in seguito dai programmatori. Detto questo, il problema è che appunto ci si sente sballottati da una parte all'altra del globo senza un reale filo conduttore o mordente e si fa fatica a seguire gli spostamenti attraverso le mappe, che sembrano più un pretesto per mettere il giocatore nelle situazioni più diverse e fargli provare, con estremo gusto, tutte le diavolerie elettroniche a disposizione. Insomma, il gameplay è il vero motore dell'esperienza, ma, pur tenendo conto che ci si trova sempre in locazioni molto belle dal punto di vista estetico, manca la zampata, il colpo di teatro che faccia emozionare o affezionare ai personaggi fino all'epilogo. La giocabilità è quella di uno shooter in terza persona, in cui coprirsi è fondamentale, dove grazie ai sensori lanciati come bombe, si individuano i nemici e la loro posizione sul campo. Bisogna studiarne i movimenti e impartire ai propri compagni l'ordine di eliminarli per non essere scoperti. Il trucco è ucciderli poco alla volta, freddando quelli che camminano a bordo mappa, per poi arrivare al centro, ma a costo di ripeterci, ci si sente liberi di fare un po' quel che si vuole, anche perché si può colpire di soppiatto con delle "fatality" che possono essere eseguite con delle imboscate alle spalle. Il sistema di comando della squadra è eccellente. Un puntatore individua il bersaglio e un'icona diventa blu quando uno dei membri della squadra l'ha messo sotto tiro, con una scia luminosa che segnala la possibile traiettoria del colpo. A quel punto il giocatore preme il tasto e la squadra si muove all'unisono con un effetto molto spettacolare. Insomma ci si sente i veri coordinatori di un team di macchine da guerra.

    Il team è composto da quattro elementi, ognuno dei quali, se siamo online, può essere mosso da un giocatore via Xbox Live (lo split screen in locale è previsto solo per la modalità Guerriglia). Le possibilità di direzionare i compagni, quando si gioca da soli, sono ridotte semplicemente alla segnalazione dei diversi bersagli, dopo di che la sofisticatissima intelligenza artificiale di questi li porterà in posizione per un tiro perfetto. Non solo i compagni si muovono in maniera eccellente, consentendo al giocatore di ripulire intere sessioni di gioco semplicemente dando indicazioni su quali nemici eliminare, ma anche a livello audio il lavoro è incredibile. Gli altri fantasmi, tutti in italiano, commentano ogni area, dando indicazioni precise sulla posizione dei nemici non appena avvistati, con un dettaglio paragonabile a quello del navigatore di un gioco di guida come Dirt. Stando attenti a quanto dicono e quando non si usa il drone volante per effettuare la ricognizione del campo di battaglia per dare indicazioni, guardare la mappa diventa quasi superfluo, tanto sono esaustive le voci dei propri soldati. Quando si gioca in cooperativa, la coordinazione deve necessariamente avvenire via microfono. Una volta che il capo squadra (l'host) ha assegnato a ognuno il proprio bersaglio le cose si fanno più difficili anche perché, a differenza dei soldati mossi dalla CPU, tutti i giocatori in carne ed ossa possono mettere i nemici in stato di allerta. Giocando da soli a livello normale (chiamato qui Veterano), la generosità dei checkpoint e la possibilità di essere resuscitati due volte dai solerti compagni fanno sì che Ghost Recon: Future Soldier non sia certo un gioco difficile, anche se è piuttosto lungo, visto che è impossibile portare a termine la campagna in meno di dieci ore abbondanti. Ci sono momenti più avanti nella storia in cui si viene privati della squadra o in cui bisogna superare le zone senza destare alcun allarme e in quei casi può capitare di dover ripetere più di una volta qualche sezione, ma niente che faccia strappare i capelli. L'assenza poi di veri e propri boss non aiuta quella sensazione di poca incisività della campagna, in caso non ci si faccia prendere dalle belle meccaniche di gioco e dalle sfide. Queste sono ben indicate prima di ogni missione e vanno tutte completate per poter sbloccare i potenziamenti delle armi (infiniti tra online e offline), che consentono ulteriori variazioni sulla giocabilità, da grilletti che permettono raffiche più lunghe, a potenziamenti del sottocanna per armi secondarie per ogni arma. Ad aumentare la longevità, ci pensa anche la difficoltà Elite, con la quale Ghost Recon: Future Soldier diventa un altro gioco. In questo caso, infatti, non si può venire curati dai compagni e ogni colpo (si muore comunque dopo una mitragliata) porta alla ripetizione di una sezione, anche quando si gioca con amici online, cosa che costringe ad uno studio meticolosissimo delle mappe. Lo stacco è fin troppo netto tra la grande morbidezza del livello Veterano e la disciplina marziale di questa che è la modalità definitiva per gli amanti di Ghost Recon, ma che potrebbe tediare quelli che avrebbero preferito una via intermedia tra le due, probabilmente.

    Come sempre, comunque, la vera fruizione di Ghost Recon: Future Soldier è in rete, grazie a modalità competitive fino a dodici giocatori e alla nuova modalità Guerriglia. Questa, vera e propria novità, consente fino a quattro giocatori di affrontare cinquanta ondate di nemici, di difficoltà crescente, in cinque mappe diverse. Bisogna raggiungere un obiettivo e tenerlo fino alla fine delle ondate, durante le quali si viene riforniti di munizioni, nuove armi e abilità extra come l'attacco aereo. Una sorta di versione un po' più semplificata de l'Orda 2.0 di Gears of War 3, ma che funziona alla grande e che, visto il buon livello di sfida anche a Veterano, terrà impegnati per molto tempo giocatori da ogni parte del globo, anche perché si può riprendere in qualsiasi momento dall'ondata in cui si era abbandonata la sessione precedente. Frenesia e divertimento sono assicurati, almeno dalle sessioni che abbiamo fatto con i colleghi che in queste prime ore stanno popolando i server. Per il multiplayer competitivo, sono previste le tre classi della beta (geniere, scout e assaltatore) che danno accesso ad altre tre una volta raggiunto il livello cinquanta d'esperienza con ognuna. Lungo la progressione di ogni classe (ognuna si evolve solo quando la si utilizza) e per ognuna delle due fazioni, si sbloccano nuovi oggetti e armi che influenzano in modo tangibile la giocabilità. Proprio la customizzazione delle armi segna la ricchezza del gioco con milioni di combinazioni diverse e con item e accessori che si sbloccano con le sfide sia online che offline e che fanno una grande differenza quando ci si trova a combattere in rete. Dimenticatevi il semplice Deathmatch, anche a squadre, che qui non esiste. Ci sono quattro modalità, ognuna delle quali prevede sempre e comunque il raggiungimento di una serie di obiettivi per portare alla vittoria la propria squadra. Conflitto prevede la soluzione di missioni intermedie e casuali. Esca vede gli attaccanti intenti a realizzare tre obiettivi, di cui due falsi, e di un quarto che si rivela solo quando si realizza quello reale, mentre i difensori devono solo far passare il tempo (le partite durano generalmente quindici minuti, il che fa capire la diversa aria che si respira rispetto ad altri shooter). In Sabotaggio c'è una bomba in mezzo alla mappa e le due squadre la devono portare nella base avversaria e farla detonare. In Assedio infine non ci sono respawn e vince la squadra che realizza o difende l'obiettivo o quella che, più semplicemente, sopravvive ai colpi avversari, costituendo quanto di più simile alla tradizionale giocabilità di Ghost Recon. Nelle prove che abbiamo effettuato, pur avendo verificato sulle nostre gengive la velocità delle connessioni americane, e pur considerando il poco traffico di partite ancora scarsamente popolate, il codice è parso solido, con solo qualche caso di evidente ritardo nei segnali di gioco. Le mappe, anche molto vaste come Macina o Raffineria, sono disseminate di costruzioni, rendendo un po' meno facile la vita ai camper, tipici della giocabilità tattica di Ghost Recon, segnando un leggero cambio di direzione nella struttura che ora, anche per gli obiettivi mobili della gettonatissima "Conflitto", richiede un passo più simile a quello di altri shooter di ultima generazione. Ci vuole pazienza, bisogna imparare a menadito tutte le possibilità offerte da armi e gadget, pena una sequela infinita di morti che disegnano un gioco per chi cerca qualcosa di molto più tecnico rispetto a quanto offre solitamente la concorrenza, ma che concedendo qualcosa alle nuove leve, potrebbe non convincere fino in fondo gli amanti della prima ora.

    Ghost Recon: Future Soldier vanta una realizzazione tecnica di prim'ordine con un frame rate che raramente scende sotto i trenta fotogrammi al secondo e con solo qualche texture che lascia un po' a definire. Il resto è veramente ottimo, tra modelli poligonali dei soldati dettagliatissimi, animazioni eccellenti e una pletora d'effetti in post processing che rendono perfettamente l'idea di una guerra futuribile, soprattutto grazie alla visualizzazione dei sensori ottici e delle informazioni dei campi di battaglia sparate in cielo mentre si avanza nei livelli. Un ottimo lavoro, che stona, di nuovo, con le scene d'intermezzo che, come detto, non convincono e non aiutano neanche il gioco che passa attraverso tredici ambientazioni molto belle, ma raramente memorabili, se si eccettuano un paio di situazioni davvero buone. Il team sa costruire mappe bilanciate e gameplay, dosando molte situazioni diverse che servono per spezzare la monotonia. Ci sono sequenze in cui bisogna scortare dei VIP portandoli a braccio senza la possibilità di spostarsi, ma dovendosi solo preoccupare di sparare ai soldati nemici. Sequenze a bordo di elicotteri armati di mitragliatrici, azioni coordinate da eseguire quando tutti i soldati siano in posizione e pronti all'azione con tanto di bullet time. Mancano quel paio di momenti che ti fanno ricordare un gioco per sempre, ma probabilmente queste sono le sensazioni riservate alle tiratissime sessioni online. Persino i modelli delle armi che si scompongono in mille pezzi nella modalità Gunsmith sono fatti con cura e la possibilità di fare il tutto tramite i veloci comandi vocali del kinect aiuta anche a non perdersi tra le tantissime combinazioni. Nelle prove effettuate, però, il riconoscimento dei movimenti del corpo, utili per cambiare armi o menu, avrebbe potuto essere più preciso.


    I PRO DEL GIOCO

    -Ottimamente realizzato
    -Gameplay ricco di personalità
    -La fantasia del giocatore è il limite alle possibilità sul campo
    -Corposi le modalità in cooperativa, Guerriglia e il sistema di level up e sblocco item

    I CONTRO DEL GIOCO

    -La storia non decolla
    -Le locazioni sono davvero ben fatte, ma non sono memorabili
    -Serviva una difficoltà intermedia tra Veterano e Elite
    -Modalità online solo legate ad obiettivi

    Fine :)
     
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0 replies since 9/6/2012, 22:07   855 views
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